La storia di uno split a tre, canzoni ispirate dall’alcool e realizzate da Rivulets, Pale Horse and Rider, Remora. Nonché un italiano dell’alta Marca, Andrea Vascellari in arte Lullabier, che chiede permesso e le riproduce, in lingua, secondo la propria inclinazione autoriale, sadcore e Americana. Il tutto per voce e chitarra, in free download sull’internet Archive. Benedette le segnalazioni quando vengono da persone fidate: è stato Alessio del Flat di Mestre a indicarmi “The Italian Alcohol” EP -qual è la differenza tra un singolo con bside e un EP?- il resto lo hanno fatto le influences su myspace, dai Low a Mark Kozelek, dai Mazzy Star ai For Carnation: il risultato, da qualche parte tra i Morose e Bob Corn.
Ho confessato quanto l’amo sciorina tutto il contrasto fra parole lasciate andare oltre il significato e la ferraglia che cigola in claustrofobia, “ormai vedo l’alcool come mezzo e soluzione”, che c’entri qualcosa il nordest? E ci starebbe un emoticon con l’occhiolino… Lividi come distintivi in punta d’arpeggio (art-peggio?), l’errore che torna leitmotiv, “un’altra volta ho fallito cercando di esserti amico / non è chiaro di chi è la colpa, forse è mia” in chiave di folk e birra. E la pioggia beat diScosse, canto di chiesa laica à la Simon & Garfunkel, una tipologia di brani che si riteneva relitta negli angoli delle birrerie anni Novanta ma che in questi giorni di maltempo e solitudine fa immediatamente gioco. Bravo Andrea, aspettiamo novità da cantare ai figli che non avremo per farli addormentare. (Italian Embassy)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento