Ascoltare musica da tempo a volte risulta spiazzante, per quanto ci si sforzi nell'evitare la comparazione tra il nuovo e ciò che lo ha preceduto, ci si ritrova inconsciamente ad associare le cose. In questo lavoro di Andrea "Lullabier" Vascellari percepisco un cantato con echi in stile Loy&Altomare o un più recente Bianconi e una rivisitazione in termini assai più leggeri di temi assai cari a Claudio Rocchi e al suo Volo (per sempre) Magico. Un concept che ruota attorno al concetto indo-orientale legato ai Chakra e permette un viaggio lieve ma costante dentro il mondo slowcore di un compositore che semina eleganza e raccoglie ascolti attenti e mai privi di interesse. Esperienza ayurvedica. (Rockerilla)
Riecco il piccolo Alan Sparhawk italiano, che continua nel suo percorso di minimalismo disarmante, qui ammantato dichiaratamente di spiritualità indiana, con cui Andrea Vascellari connota la visione del mondo propria di questo “Osservazione Rilassamento E Assenza Di Giudizio”. Eccezion fatta per il tributo a “Snowstorm” in “Archiloco (svadhistana)”, il disco ripropone l’essenzialità dei Low di “Trust”, con gli accordi rilucenti di “Veleno (vishuddha)” a spiccare. Le riflessioni ridotte all’osso di Andrea navigano rigorosamente al minimo della concessione poetica e pericolosamente vicine al racconto asettico (“Icaro (manipura)”), anche quando quest'ultimo si fa più personale e meno blandamente universale (le riflessioni “antropomorfe” di “Veleno” e “Animali”). Il songwriting però è buono, anche se l’estetica minimalista della musica di Lullabier sembra spesso un po’ costrittiva (la lunghissima “Invocazione”). Impossibile chiedere di cambiare qualcosa, allo stesso tempo. (Ondarock)
Andrea Vascellari, aka Lullabier, torna sui propri passi e ci propone un nuovo lavoro. Si tratta di un concept album incentrato sul significato dei Chakra, tanto cari alle dottrine indo-orientali e che rappresentano i sette centri di energia distribuiti nell’anatomia del corpo umano, ma al contempo le sette fasi dell’evoluzione dell’essere umano stesso. Sono appunto sette i brani che costituiscono questo disco dal tono spirituale: “Animali (muladhara)”, “Archiloco (svadhistana)”, “Icaro (manlpura)”, “Pace (anahata)” , “Veleno (vishuddha)”, ” Legami (ajna)” e infine ” Invocazione (sahasrara)”. Titoli che racchiudono una particolare attenzione anche al mondo classico, facendo confluire oriente e occidente in un unico vaso. Il concetto attorno a cui si sviluppano, dal punto di vista musicale, è quello del mantra: una lunga ipnosi a cui viene sottoposto l’ascoltatore, che si proietta in una dimensione “altra”, benché il basamento del pilastro rimanga- ancora una volta- lo slowcore. Lullabier dimostra quindi di saper conciliare la sua passione per lo shoegaze (vedi “Invocazione (sahasrara)”, “in cui sette chitarre e sette voci s’inseguono lungo sette minuti per rappresentare il contatto con la divinità”) e il genere per cui i Low sono divenuti celeberrimi con una cultura che ci è tanto lontana, eppure così vicina, creando degli atmosferici tersi e ottimamente costruiti. Non bisogna diventare degli asceti per godersi “Osservazione Rilassamento E Assenza Di Giudizio”. Serve soltanto una mente aperta e uno spirito pronto. (LoudVision)
Goccioline di calma elettronica nel caffè macchiato di oggi con Lullabier, ottimo compromesso tra la ninnananna e il buongiorno. Mettetevi comodi e lasciate in frigo burro e marmellata per questa mattina: Animali (muladhara), prima traccia dell'ultimo album Osservazione rilassamento e assenza di giudizio, è la giusta dose di ritmo da spalmare sulle fette biscottate. (Breakfast Jumpers)
Il cantautorato elettronico è sicuramente uno dei mondi più interessanti del sottosuolo musicale Italiano. Lullabier è il progetto di Andrea Vascellari e lungo queste 7 tracce riesce a mettere in ritmo la tranquillità dell’ascoltatore in modo terapeutico. Un lavoro perfetto per chi come me (e tanti tanti tanti altri) passa le notti nella speranza di riuscire a dormire, tra i mille pensieri e gli occhi che non si chiudono mai. Rilassante, spirituale e qualitativamente ben prodotto. Complimenti. (MuroMag)
Io l’ho scoperto per caso in una puntata di Soundscapes, trasmissione in onda ogni giovedì sulla radio universitaria di Padova che è RadioBue. Lullabier è il trevigiano Andrea Vascellari, ed in questo suo ultimo progetto si incontrano tanto la sperimentazione slowcore quanto lo stile cantautorale italiano. Osservazione rilassamento e assenza di giudizio è un concept-album dedicato ai Chakra, i sette centri di energia del corpo secondo le dottrine indo-orientali: un’opera fruibile a più livelli, adatta come ninnananna per gli insonni e accompagnamento musicale alla propria ricerca spirituale. Raccomandato agli amanti di: Low, Red House Painters, Mazzy Star, Gravenhurst, Coastal, Boduf Songs, Jessica Bailiff. (Kalporz)
Lullabier is aptly named. They keep their voices soft and reassuring. Vocals are tender. Instrumentation goes for the slow and succeeds marvelously. Guitar riffs are particularly crisp allowing for the tones to be perfectly fresh. Everything works together. Such a Zen of sound is hard to achieve yet Lullabier pulls it off with the greatest of ease. Nothing stops them from keeping things quiet mellow and contemplative.
A drum machine and gentle guitar introduce “Animali (muladhara)”. Over the course of the song the repetition becomes quite hypnotic allowing for the song to simply weave itself into the mind. Lighter touches are used on the nimble “Icaro (manipura)” which opts for a cleaner more acoustic sound accompanied by an unusual rhythm. By far the album’s highlight is the ambitious “Invocazione (sahasrara)”. For this song Lullabier uses elements of Post-Rock to build the song up into a crescendo. The way this is done is subtle. Everything works from the hand claps to the painfully slow build. By taking the long way they are able to show off their greatest attribute that of patience. When the song finally ends in a haze of togetherness it feels completely earned.
On “Legami (ajna)” Lullabier take a much needed break letting the song’s incredible softness serve as a palette cleanser. The album ends with the whispered tones of “Veleno (vishuddha)” which brings the album to a slow conclusion. Overall the collection serves as a reminder of how slow can be better. (Beach Sloth)
This is a great release; I have no clue why they are saying, but it sounds awesome. (IfItBeYourWill)