Firetail creates an environment of ultimate wonder and deep reassurance. Drone has rarely sounded so soulful. Allowing the textures to gain melodic elements helps them to become deeper than their celestial pining would suggest. Pieces float up into the sky. With a usage of Post Rock’s quieter impulses Firetail’s efforts to merge the tender and gigantic are an overwhelming success. Opening in medias res is “Calculator”. The guitar’s work is immediate. Subtle textures of static weave in and out of the mix. Gradually the guitar descends allowing for the deep registers to give the sound a fullness that appear inescapable. Calm rules over the piece and tends to relax as the piece progress without interruption. Rather the gentle ease lets everything gain greater perspective. After all of this activity of the constant growing is the lone sound of the closer “Ajax”. With a much softer soft “Ajax” manages to conjure up images of fantastically empty spaces. Evolution of the sound allows the guitar to nestle between the lingering notes of its past. Firetail plays with an extreme delicacy that results in a smooth sound that comes in waves. Deliberate details twang out reminding the listener of the actual smaller size. For the last few moments of “Ajax” the guitar descends back to the Earth. Small strums remind the listener this is merely a single guitar coming out of the drone ready to recollect itself. Learning to Waltz is an incredibly moving performance. (Beach sloth)
Per Andrea Vascellari, Firetail non è dunque un’estemporanea divagazione dalle riflessive trame di slow-core cantautorale di Lullabier: alle due tracce pubblicate lo scorso anno sotto il titolo “Learning To Cheat” seguono le altre due di circa dieci minuti di durata ciascuna di “Learning To Waltz”, pubblicate in formato digitale dalla canadese Trembl nella sua serie che unisce musica ambient e fotografia. Entrambi i brani sono infatti dotati di spiccati contenuti immaginifico-descrittivi, che li rendono perfetto complemento di immagini statiche o in lento movimento. Quelli di Firetail appaiono infatti lunghi piani sequenza prodotti da un’equilibrata interazione di aperture ambientali e iterazioni di frequenze modulate, che in “Calculator” si sviluppa come una spessa marea di riverberi concatenati, i cui contorni sottilmente distorti vengono smussati in maniera graduale come una scultura sonora che vede la luce attraverso successive sottrazioni di materiale o, meglio, di timbri. La seconda traccia “Ajax” naviga invece su flutti ambientali più piani ma anche più oscuri che, al contrario, montano lentamente in una marea evanescente, a metà del corso della quale compaiono un paio di prolungati riverberi la cui persistenza svapora in tepori nebbiosi la densa grana dronica della texture di base. Dallo spaccato offerto da “Learning To Waltz”, tanto più se posto in relazione con il lavoro dello scorso anno, emerge dunque la capacità di Vascellari di creare atmosfere ambientali palpitanti secondo una tecnica compositiva non stereotipata, che all’artista veneto sembra dischiudere una dimensione particolarmente congeniale. A questo punto, non resta che l’auspicio di ascoltarlo quanto prima impegnato, anche in questo formato, in un lavoro più lungo e organico. (Music won't save you)
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